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Chiamata anche "preservazione dei santi" o "sicurezza eterna", questo quinto punto insegna che coloro che Dio ha efficacemente chiamato alla salvezza e quindi all'eterna comunione con Lui ("santi" secondo la Bibbia), non possono scadere dalla grazia e perdere la loro salvezza. Quand'anche, nella loro vita, subentrassero impedimenti o peccati tali da farli arretrare nel loro cammino di fede o persino dovessero, per qualche motivo, giungere a rinnegare la loro professione di fede, essi (se sono autentici eletti) presto o tardi se ne ravvedrebbero tornando così in comunione con Dio. Questa dottrina si basa sul presupposto che la salvezza è opera di Dio dal principio alla fine, che Dio è fedele alle Sue promesse, e che niente e nessuno potrà frustrare i Suoi sovrani propositi. Questo concetto è lievemente diverso dalla concezione presente in alcune chiese evangelicali che sostengono il "una volta salvati - per sempre salvati", nonostante l'apostasia, la mancanza di ravvedimento o permanenza abituale in qualche peccato, se avevano veramente accolto Cristo nel passato. Nel tradizionale insegnamento calvinista, se una persona cade nell'apostasia o non manifesta più segni di autentico ravvedimento, può essere prova di non essere mai stata veramente salvata e quindi che non faceva parte del numero degli eletti.

 

Per approfondire

Perseveranza dei santi

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